Allevamento e macellazione di maiali

Negli allevamenti di maiali gli animali vengono tenuti in grossi capannoni, ingrassati fino all'immobilità, impossibilitati a esplorare e scavare nel terreno come in natura sono abituati a fare, il loro innato senso della pulizia frustrato perché obbligati a urinare e defecare nello spazio dove dormono.

Gli animali sfruttati in questo modo manifestano gravi patologie organiche e psicologiche, che li rendono spesso o letargici e apatici o aggressivi, e finiscono per aggredirsi divorandosi la coda o le orecchie l'un l'altro. Per "risolvere" il problema, pratica comune negli allevamenti è menomare gli animali: vengono loro tagliati i denti e la coda e strappati i testicoli (il tutto senza anestesia).

Le scrofe vengono tenute in piccole gabbie di ferro che le fasciano totalmente, impedendo loro ogni movimento, compreso quello del semplice girarsi su se stesse. In queste condizioni sono costrette a vivere per la maggior parte del loro tempo, dato che sfornano una cucciolata dietro l'altra.

Per i suini il momento del macello è particolarmente penoso, perché il numero delle uccisioni è altissimo, anche 1000 animali in una mattinata. In queste situazioni lo stordimento (che avviene applicando alla testa dell'animale una forte scarica elettrica) molte volte non viene ben applicato, e quindi gli animali vengono sgozzati, e poi gettati nelle vasche di acqua bollente ancora coscienti.

Gli animali vengono poi spellati con una macchina apposita. Successivamente si tolgono via gli organi interni.

Per ridurre il rischio di contaminazione della carne con feci o resti di pasto presenti negli intestini, gli animali vengono privati del cibo per alcuni giorni prima di farli salire sui camion che li porteranno al macello: dal punto di vista dell'allevatore sarebbe mangime che non si convertirebbe in carne. Infine, i corpi degli animali vengono segati a pezzi e messi nelle celle frigorifere.

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